14.9.06

Saper allenarsi: la fisiologia dell'allenamento

Quando un arbitro scende in campo, è un concentrato di muscoli, ossa e nervi. E' un atleta!
Non possiamo più andare in campo non allenati, arriveremo lenti sulla palla, la mente non lucida, gli occhi offuscati e a quel punto sanzionare un fallo diventerebbe molto difficile. Non ce lo possiamo permettere, dobbiamo sempre di più divenire atleti.

L'arbitro deve essere una sintesi di preparazione atletica, tecnica e fisiologica.
Spero di farvi cosa gradita pubblicando alcuni post che parlano di allenamento, per poter poi, ognuno, interpretarle ed applicare con il suo metodo.
Matteo


Una caratteristica dell’allenamento è la specificità, che migliora sostanzialmente solo la funzione che viene allenata, normalmente a scapito della funzione che, dal punto di vista fisiologico, ha caratteristiche opposte. Così ad esempio, se si vuole migliorare la funzione cosiddetta “aerobica” questo si verifica a scapito della funzione “anaerobica” e viceversa. Analogamente, se si vuole migliorare la forza muscolare, il che implica un aumento della massa muscolare, questo va a scapito dell’agilità.

Per comprendere il problema dell'allenamento è utile richiamare i sistemi metabolici coinvolti nell'erogazione di potenza. Infatti, un allenamento focalizzato deve principalmente migliorare i sistemi metabolici specificamente coinvolti nell'attività fisica che si vuole allenare.Occorre qui presentare una molecola organica coinvolta nella liberazione di energia che viene indicata con la sigla ATP (adenosin trifosfato).L'ATP, identificata intorno agli anni trenta, ha grande facilità a liberare un gruppo fosforico e questa reazione chimica libera un pacchetto di energia.
Nel lavoro muscolare, e in altre forme di lavoro biologico, si ha una continua scissione di ATP per coprire le richieste energetiche.
A fronte di una necessità di energia, e quindi di ATP, le vie metaboliche devono continuamente resintetizzare nuovo ATP. L'accumulo di ATP nei muscoli e nelle cellule, in generale, è un fatto sostanzialmente impossibile biologicamente in quanto la molecola è molto pesante.

LAVORO ANAEROBICO ALATTACIDO
Ne è disponibile una quota relativamente piccola, circa 85 g. in tutto l'organismo (aumentabile in misura limitata), la quale libera energia sufficiente a compiere un lavoro massimale di 5-10 secondi (uno sprint sui 100 m, un salto o un sollevamento pesi).La disponibilità di ATP è il fenomeno autolimitante la durata dell'esercizio.
Questo tipo di esercizio viene definito anaerobico alattacido in quanto non interviene alcun meccanismo ossidativo nel processo di resintesi dell'ATP e non vi è produzione di acido lattico

LAVORO ANAEROBICO LATTACIDO
Per lavori massimali di durata maggiore, tra 10 e 90 secondi, la potenza erogata è inferiore (nella corsa sui 400 m. a velocità massima, questa sarà inferiore alla velocità massima sviluppata sui 100 m).

La resintesi di ATP è primariamente legata ad una via metabolica che porta alla formazione ed all'accumulo di acido lattico; questa via è anche anaerobica, ma viene detta anaerobica-lattacida perché appunto porta alla formazione di acido lattico. La riduzione di potenza si spiega con un limite posto alla velocità di resintesi di ATP necessaria a coprire la velocità di scissione dell'ATP stesso. Questa via metabolica presenta un altro limite legato al fatto che l'accumulo di acido lattico acidifica i fluidi organici (ambiente intracellulare, extracellulare e sangue); condizione questa che finisce per bloccare le vie metaboliche cellulari e che si manifesta, anche soggettivamente, come sensazione di fatica molto pesante (tipicamente si accompagna ad iperventilazione).

LAVORO AEROBICO
Per attività fisiche massimali di durata superiore ai 90 secondi, la potenza espressa cala ulteriormente (la velocità mantenibile sui 5000 o 10000 m. è sicuramente inferiore a quella sui 400 m). In questo caso, la resintesi dell'ATP è puramente realizzata attraverso una via metabolica, sostenuta dall'intervento dell'ossigeno e detta aerobica.

Il principio della SPECIFICITA' DELL'ALLENAMENTO deve quindi rispecchiare la principale caratteristica metabolica dell'esercizio in questione.
In dettaglio:
.1 - se lo sforzo richiede elevata potenza (sollevamento pesi, prove di velocità, salti, lancio del peso, sci di discesa) l'allenamento deve migliorare la componente anaerobica-alattacida.
.2 - se lo sforzo richiede potenza distribuita su un tempo più lungo (giochi di squadra, velocità prolungata) bisogna migliorare la componente anaerobica-lattacida
.3 - se o sforzo è puramente aerobico (sport di resistenza, sci di fondo, ciclismo, canottaggio, corsa dal mezzofondo in su) l'allenamento deve migliorare la capacità aerobica.Il tempo necessario per vedere dei miglioramenti nell'allenamento di tipo anaerobico è dell'ordine di qualche settimana, per quello aerobico 2-3 mesi.Le modificazioni indotte dall'allenamento anaerobico comportano un aumento della capacità di produrre acido lattico (di circa il 100%), un aumento della concentrazione di ATP nei muscoli (del 50%) e un aumento del 30-40% del corredo di enzimi che controllano le vie metaboliche anaerobiche.

da benessere.com